Una revisione di 256 casi di adenocarcinoma uterino patologico di stadio I trattati allo Stanford University Hospital ha rivelato 26 casi di carcinoma sieroso papillare uterino (UPSC), una variante clinicamente aggressiva e morfologicamente distinta di adenocarcinoma che assomiglia molto al carcinoma sieroso papillare ovarico. Queste lesioni sono facilmente riconoscibili all’esame microscopico e tipicamente presentano un alto grado di anaplasia citologica e un modello di crescita papillare. L’invasione dei vasi linfatici è un dato frequente. Il tasso di ricaduta tra i pazienti con UPSC in stadio patologico I era del 50% (13/26), cinque volte il tasso che sarebbe stato previsto dall’incidenza di UPSC. I pazienti con UPSC in stadio I sono andati significativamente peggio del gruppo di adenocarcinomi non capillari di grado II o III (p inferiore a 0,0001). Il 40% delle pazienti con UPSC di stadio I aveva un’invasione miometriale profonda, rispetto al 12% di quelle con tutti gli altri tipi istologici di adenocarcinoma (p = 0,001). Le donne con UPSC che invadevano profondamente il miometrio tendevano a fare peggio di quelle con lesioni profondamente invasive del tipo endometrioide più usuale, come riflesso dai tassi di ricaduta (dopo la sola chirurgia) del 63% e del 30%, rispettivamente. Di sette pazienti con carcinoma del corpo di stadio I la cui sede iniziale di fallimento era nell’addome superiore, sei avevano UPSC. Così, l’UPSC condivide la tendenza della sua controparte ovarica a diffondersi sulle superfici peritoneali. Oltre al gruppo di studio originale di 26 pazienti in stadio I, sono stati rivisti anche 34 pazienti con stadi più avanzati di UPSC. Di queste, 26 sono state seguite e quattro sono sopravvissute. Undici di queste donne hanno presentato o recidivato con carcinomatosi addominale. L’UPSC è una neoplasia clinicamente aggressiva che deve essere distinta da altri tipi di adenocarcinoma endometriale primario. Nei casi di UPSC invasivo la modalità di diffusione, simile a quella dei carcinomi epiteliali superficiali ovarici, suggerisce la necessità di una irradiazione addominale e pelvica superiore adiuvante o di una chemioterapia efficace.

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