Introduzione

Le linee guida dell’American Psychological Association (APA) (Hage et al., 2007) indicano l’importanza di una prospettiva preventiva nella salute e nel benessere psicologico. I programmi preventivi si concentrano sulla riduzione dei fattori di rischio e sull’aumento dei fattori protettivi che possono diminuire la probabilità di esiti negativi (Hage et al., 2007; Kenny e Hage, 2009).

La prospettiva preventiva è più efficace quando gli sforzi per ridurre i rischi sono combinati con quelli per aumentare le risorse (Hage et al., 2007; Kenny e Hage, 2009) volti a costruire punti di forza individuali (Steinmayr et al, 2011; Di Fabio e Kenny, 2012a,b, 2015; Di Fabio et al., 2012, in press; Di Fabio, 2014b; Di Fabio e Saklofske, 2014; Schwinger et al., 2014; Christiansen et al, 2015).

La psicologia positiva (Seligman e Csikszentmihalyi, 2000; Seligman, 2002; Vázquez et al., 2006; Delle Fave, 2014) riguarda la promozione delle risorse e lo studio del benessere, della felicità e della salute mentale. Nell’esaminare il benessere, si distingue tra benessere edonico (Kahneman et al., 1999) e benessere eudaimonico (EWB; Ryan e Deci, 2001; Ryff e Singer, 2008; Waterman et al., 2010). L’approccio edonico si concentra sulla felicità, definendo il benessere in termini di raggiungimento del piacere ed evitamento del dolore (Kahneman et al., 1999). Può essere visto come un benessere soggettivo (SWB, Kahneman et al., 1999) costituito da una componente cognitiva di valutazione in termini di soddisfazione della vita e una componente affettiva caratterizzata dalla prevalenza di emozioni positive piuttosto che negative. L’approccio eudaimonico, invece, si riferisce al significato e all’autorealizzazione dove il benessere è visto come il pieno funzionamento della persona (Ryan e Deci, 2001). Più specificamente, può essere considerato il benessere psicologico (PWB, Ryff e Singer, 2008), noto anche come EWB, (Waterman et al., 2010), con l’attenzione alle risorse e ai punti di forza e al significato della vita, all’autenticità e allo scopo (Waterman et al., 2010).

In gran parte a causa dell’instabilità e delle turbolenze economiche che caratterizzano la vita nel 21° secolo, il benessere degli individui è in pericolo (Di Fabio et al., in press). Gli psicologi della prevenzione studiano il fenomeno del basso benessere individuale e in particolare l’identificazione precoce dei fattori individuali che favoriscono il benessere (Di Fabio, 2006; Hage et al., 2007; Di Fabio e Bernaud, 2008). La prevenzione primaria si concentra sullo sviluppo positivo dei giovani (Lerner et al., 2005), sottolineando l’importanza di promuovere le risorse personali affinché i giovani possano partecipare in modo produttivo alla società (Lerner, 2001; Kenny et al., 2014). L’adolescenza è un periodo critico dello sviluppo con implicazioni per il benessere dell’individuo (Call et al., 2002). Il benessere in adolescenza è quindi ampiamente studiato in letteratura (Froh et al., 2009; Schlechter e Milevsky, 2010; Almquist et al., 2013). Da una prospettiva di sviluppo giovanile positivo (PYD; Lerner et al., 2005), le risorse degli adolescenti possono essere viste come resilienza che promuove l’adattamento positivo e quindi il benessere (Catalano et al., 2004; Lee et al,

Negli studi sulle caratteristiche individuali in relazione al benessere, l’intelligenza è stata teoricamente ipotizzata giocare un ruolo (Sternberg e Grigorenko, 2004), ma non è stata trovata alcuna relazione tra le misure di intelligenza e il benessere (Sigelman, 1981; Watten et al., 1995; Wirthwein e Rost, 2011). Tuttavia, gli studi hanno dimostrato una relazione tra tratti di personalità e benessere edonico (Gutiérrez et al., 2005; James et al., 2012) e EWB (Lavigne et al, 2013; Işık e Üzbe, 2015).

La ricerca ha anche dimostrato che la resilienza è una caratteristica individuale chiave nel benessere degli individui (Samani et al., 2007; Abolghasemi e Taklavi Varaniyab, 2010; Souri e Hasanirad, 2011; Liu et al., 2012; He et al., 2013; Smith e Hollinger-Smith, 2015). La resilienza si riferisce alla capacità degli individui di affrontare e superare le avversità in modo adattivo (Luthar et al., 2000; Campbell-Sills e Stein, 2007) e, più specificamente, all’attuazione da parte degli individui di strategie di adattamento per far fronte al disagio e alle avversità (Tugade e Fredrickson, 2004). La resilienza si riferisce anche a una serie di risorse che permettono agli individui di trasformare le esperienze critiche in opportunità di crescita personale (Malaguti, 2005). La resilienza è una risorsa individuale particolarmente promettente in quanto può essere aumentata attraverso una formazione specifica (Peng et al., 2014; Zamirinejad et al., 2014; Di Fabio et al., in press).

La letteratura mostra una relazione positiva tra resilienza e benessere edonico (Samani et al, 2007; Abolghasemi e Taklavi Varaniyab, 2010; Liu et al., 2012) così come tra resilienza e EWB (Souri e Hasanirad, 2011; He et al., 2013; Smith e Hollinger-Smith, 2015). La resilienza può quindi essere considerata una variabile promettente sia nell’edonismo che nell’EWB.

Scopo e ipotesi

Il quadro teorico discusso in precedenza mostra che la resilienza è un importante fattore preventivo e protettivo nel favorire uno sviluppo giovanile positivo (Hage et al., 2007; Kenny e Di Fabio, 2009; Kenny et al., 2014; Di Fabio e Kenny, 2015; Di Fabio et al., in press). La resilienza è anche una risorsa individuale chiave associata all’edonismo così come all’EWB (Samani et al., 2007; Abolghasemi e Taklavi Varaniyab, 2010; Souri e Hasanirad, 2011; Liu et al., 2012; He et al., 2013; Smith e Hollinger-Smith, 2015). Nonostante ciò, non ci sono riferimenti in letteratura a studi che abbiano analizzato contemporaneamente la resilienza in relazione al benessere edonico e all’EWB. Il presente studio è stato anche il primo a esaminare, allo stesso tempo, il contributo della resilienza sia al benessere edonico che a quello EWB, controllando l’intelligenza fluida e i tratti di personalità. Più specificamente, ha indagato il contributo della resilienza sia all’edonismo che all’EWB, al di là dell’intelligenza fluida e dei tratti di personalità, in studenti italiani dell’ultimo anno di scuola superiore. I particolari studenti delle scuole superiori sono stati scelti come soggetti di ricerca perché si trovavano in una fase critica della loro vita, alla fine della scuola superiore, dove dovevano fare scelte significative riguardanti la loro vita e la loro carriera. Di fronte alla transizione imminente e alla loro prima decisione critica sulla carriera, insieme alla pressione sociale per fare una scelta, potrebbero sperimentare una pressione che potrebbe diminuire il loro benessere individuale in termini sia di benessere edonico che di EWB.

Questo studio è importante in relazione sia al benessere edonico che all’EWB perché è il primo a esaminare se la resilienza può contribuire a tale benessere oltre ad altri tratti di personalità che sono considerati stabili in letteratura (Costa e McCrae, 1985). Inoltre, la resilienza può essere aumentata attraverso una formazione specifica (Peng et al., 2014; Zamirinejad et al, 2014).

In questo contesto, abbiamo formulato le seguenti due ipotesi.

H1: La resilienza aggiungerà una significativa varianza incrementale oltre a quella rappresentata dall’intelligenza fluida e dai tratti di personalità in relazione al benessere edonico.

H2: La resilienza aggiungerà una significativa varianza incrementale oltre a quella rappresentata dall’intelligenza fluida e dai tratti di personalità in relazione all’EWB (significato e autenticità della vita).

Materiali e metodi

Partecipanti

Cento sessantotto studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori di un sistema scolastico toscano, pari al 92% di tutti gli studenti, hanno partecipato allo studio. Tutti gli studenti dell’ultimo anno del sistema scolastico sono stati invitati a partecipare. Per quanto riguarda il genere, 62 (36,90%) dei partecipanti erano maschi e 106 (63,10%) erano femmine. I partecipanti allo studio hanno frequentato scuole superiori preparatorie all’università di quattro tipi: scientifico, classico, linguistico e socio-pedagogico. In Italia, in particolare per quanto riguarda gli ultimi tre tipi di liceo preparatorio, c’è una percentuale più alta di donne. Quindi la più alta percentuale di donne nello studio riflette semplicemente la più alta percentuale di donne che frequentano questi tipi di scuole superiori preparatorie in Italia. L’età dei partecipanti andava dai 18 ai 20 anni (M = 19,53, SD = 0,59).

Misure

Advanced Progressive Matrices (APM)

La versione italiana di Di Fabio e Clarotti (2007) del test Advanced Progressive Matrices (APM) di Raven (1962) è stata usata per valutare l’intelligenza fluida. Il test consiste in due serie di item: Serie I con 12 item e Serie II con 36 item. Ai partecipanti è stato chiesto di indicare una sola risposta per ogni item, scegliendo tra otto alternative. Il coefficiente alfa di Cronbach per il presente studio è stato di 0,91.

Big Five Questionnaire (BFQ)

Il Big Five Questionnaire (BFQ, Caprara et al., 1993) è stato utilizzato per valutare i tratti di personalità. Il questionario consiste di 132 articoli con opzioni di risposta su una scala Likert a 5 punti che va da 1 = Assolutamente falso a 5 = Assolutamente vero. Il questionario permette di rilevare cinque tratti di personalità. I coefficienti alfa di Cronbach erano 0,81 per l’estroversione, 0,73 per l’accettabilità, 0,81 per la coscienziosità, 0,90 per la stabilità emotiva e 0,75 per l’apertura.

Connor-Davidson Resilience Scale (CD-RISC)

La versione italiana di Di Fabio e Palazzeschi (2012) della Connor-Davidson Resilience Scale (CD-RISC, Campbell-Sills e Stein, 2007) è stata utilizzata per valutare la resilienza. La CD-RISC è composta da 10 item con opzioni di risposta su una scala Likert a 5 punti che va da Per niente vero (0) a Vero quasi sempre (4). L’analisi fattoriale confermativa ha mostrato una struttura unidimensionale della versione italiana del CD-RISC. Il coefficiente alfa di Cronbach era 0,89.

Satisfaction with Life Scale (SWLS)

La versione italiana di Di Fabio e Busoni (2009) della Satisfaction with Life Scale (SWLS, Diener et al., 1985) è stata usata per valutare la soddisfazione della vita. Il questionario ha cinque item su una scala Likert a 7 punti che va da 1 = Fortemente in disaccordo a 7 = Fortemente d’accordo. L’analisi fattoriale confermativa ha mostrato una struttura unidimensionale della versione italiana del SWLS. Il coefficiente alfa di Cronbach era 0,88.

Positive and Negative Affect Schedule (PANAS)

La versione italiana di Terracciano et al. (2003) della Positive Affect Scale della Positive and Negative Affect Schedule (PANAS, Watson et al., 1988) è stata usata per valutare la PA. La PANAS consiste in una lista di 20 aggettivi di cui 10 si riferiscono al PA (ad esempio, entusiasta, interessato, determinato), e 10 si riferiscono all’affetto negativo (NA; ad esempio, spaventato, turbato, angosciato). Ai soggetti viene chiesto di indicare l’intensità con cui si sentono generalmente su una scala Likert che va da 1 = Molto poco o per niente a 5 = Estremamente. Il coefficiente alfa di Cronbach è stato di 0,72.

Meaningful Life Measure (MLM)

Per valutare il significato della vita è stata utilizzata la versione italiana di Di Fabio (2014c) della Meaningful Life Measure (MLM, Morgan e Farsides, 2009). Il questionario è composto da 23 item con un formato di risposta su una scala Likert a 7 punti che va da 1 = Fortemente in disaccordo a 7 = Fortemente d’accordo. La scala rileva le cinque dimensioni della significatività della vita: Vita eccitante, Vita realizzata, Vita piena di principi, Vita piena di scopi e Vita apprezzata. Il coefficiente alfa di Cronbach per il punteggio totale era 0,81. Nel presente studio, abbiamo utilizzato il punteggio totale della MLM, supportato dalla sua buona consistenza interna, per confrontare i risultati in modo più significativo.

Scala di autenticità (AS)

La versione italiana di Di Fabio (2014a) della Scala di Autenticità (AS; Wood et al., 2008) è stata utilizzata per valutare l’autenticità. La scala consiste di 12 item con un formato di risposta su una scala Likert a 7 punti che va da 1 = Non mi descrive affatto a 7 = Mi descrive molto bene. La scala ha tre dimensioni: Auto-alienazione, Vita autentica e Accettare l’influenza esterna. Il coefficiente alfa di Cronbach per il punteggio totale era 0,80. Nel presente studio, abbiamo usato il punteggio totale dell’AS, supportato dalla sua buona consistenza interna, per confrontare i risultati in modo più significativo.

Procedura e analisi dei dati

Gli strumenti sono stati somministrati in gruppo nelle classi da psicologi formati. La sequenza di somministrazione è stata alternata per contrastare i possibili effetti della presentazione degli strumenti durante la loro somministrazione. Gli strumenti sono stati somministrati in un orario stabilito dalla scuola e in conformità con i requisiti di privacy e consenso informato come stabilito dalla legge italiana (Decreto Legge DL-196/2003). Per quanto riguarda gli standard etici della ricerca, lo studio ha seguito l’ultima versione della Dichiarazione di Helsinki rivista a Fortaleza (World Medical Association, 2013).

Sono state utilizzate statistiche descrittive e sono state effettuate la correlazione r di Pearson e le regressioni gerarchiche. Quando i dati sono stati controllati per i valori mancanti, si è scoperto che il tasso dei valori mancanti era del 3%. Questi valori sono stati sostituiti usando il metodo della regressione. Le differenze di genere sono state studiate rispetto alle variabili studiate facendo regressioni separate per genere, ma non sono state trovate differenze. Di conseguenza, solo le regressioni per l’intero campione sono riportate nello studio.

Risultati

Means, SD, e correlazioni tra APM, BFQ, CD-RISC, SWLS, PANAS PA, MLM, e AS sono riportati nella Tabella 1.

Tabella 1

Tabella 1. Medie, DS e correlazioni relative a Intelligenza fluida, Tratti di personalità, Resilienza, Soddisfazione della vita, Affetto positivo (PA), Significato della vita e Autenticità.

I risultati di quattro diversi modelli di regressione gerarchica sono presentati alternativamente con la soddisfazione della vita, il PA, il significato della vita e l’autenticità come misure di criterio e con l’intelligenza fluida al primo passo, i tratti di personalità al secondo passo e la resilienza al terzo passo (tabella 2).

Tabella 2

Tabella 2. Regressione gerarchica.

Per la soddisfazione della vita, al primo passo, l’intelligenza fluida non ha rappresentato alcuna varianza (R2 = 0,02, n.s.). Al secondo passo, i tratti di personalità hanno rappresentato il 30% della varianza e, al terzo passo, la resilienza ha aggiunto il 16% di varianza incrementale. Il modello complessivo ha rappresentato il 48% della varianza.

Per la PA, al primo passo, l’intelligenza fluida non ha rappresentato alcuna varianza (R2 = 0,01, n.s.). Al secondo passo, i tratti di personalità hanno rappresentato il 33% della varianza e, al terzo passo, la resilienza ha aggiunto il 19% di varianza incrementale. Il modello complessivo ha rappresentato il 53% della varianza.

Per il significato della vita, al primo passo, l’intelligenza fluida non ha rappresentato alcuna varianza (R2 = 0,01, n.s.). Al secondo passo, i tratti di personalità hanno rappresentato il 31% della varianza e, al terzo passo, la resilienza ha aggiunto il 14% di varianza incrementale. Il modello complessivo ha rappresentato il 46% della varianza.

Per l’autenticità, al primo passo, l’intelligenza fluida non ha rappresentato alcuna varianza (R2 = 0,01, n.s.). Al secondo passo, i tratti di personalità hanno rappresentato il 30% della varianza e, al terzo passo, la resilienza ha aggiunto il 12% di varianza incrementale. Il modello complessivo rappresentava il 43% della varianza.

Per controllare i possibili effetti della multicollinearità, abbiamo anche applicato analisi dei pesi relativi per esaminare la varianza spiegata dalla resilienza indipendentemente dalle sue correlazioni con i tratti di personalità. La varianza spiegata dalla resilienza era 0,15 (p < 0,001) in relazione alla soddisfazione della vita, 0,18 (p < 0,001) in relazione alla PA, 0,13 (p < 0.001) in relazione al significato della vita, e 0,11 (p < 0,001) in relazione all’autenticità.

Discussione

Considerando la resilienza come una risorsa preventiva (Hage et al, 2007; Kenny e Hage, 2009; Di Fabio et al, in press), lo scopo del presente studio è stato quello di analizzare il ruolo della resilienza, dopo aver controllato gli effetti dell’intelligenza fluida e dei tratti di personalità, sia nel benessere edonico che in quello PA.

La prima ipotesi è stata confermata in quanto la resilienza ha aggiunto una significativa varianza incrementale oltre a quella rappresentata dai tratti di personalità in relazione al benessere edonico in termini di soddisfazione della vita e PA.

I risultati del presente studio hanno confermato la relazione – trovata in letteratura (Samani et al, 2007; Abolghasemi e Taklavi Varaniyab, 2010; Liu et al., 2012) – tra resilienza e benessere edonico mostrando che gli individui che si percepiscono più capaci di affrontare e superare le avversità in modo adattivo (Luthar et al, 2000; Campbell-Sills e Stein, 2007) hanno sperimentato una maggiore soddisfazione globale per la loro vita e più emozioni positive.

Anche la seconda ipotesi è stata confermata in quanto la resilienza ha aggiunto una significativa varianza incrementale oltre quella rappresentata dai tratti di personalità in relazione all’EWB in termini di significato e autenticità della vita. Questi risultati sono in linea con l’associazione positiva della resilienza con l’EWB riportata in letteratura (Souri e Hasanirad, 2011; He et al., 2013; Smith e Hollinger-Smith, 2015) mostrando che la resilienza in questo studio era legata al funzionamento ottimale, in particolare per quanto riguarda il significato della vita e il senso autentico della propria vita.

Il presente studio è stato il primo tentativo di ricerca per esaminare contemporaneamente il contributo della resilienza al benessere edonico e all’EWB controllando l’intelligenza fluida e i tratti di personalità. Per quanto riguarda l’intelligenza, i risultati dello studio non hanno rivelato alcuna relazione tra intelligenza fluida e benessere, come emerso in letteratura (Sigelman, 1981; Watten et al., 1995; Wirthwein e Rost, 2011). Per quanto riguarda la personalità, i risultati dello studio hanno confermato la relazione tra tratti di personalità e benessere sia edonico (Gutiérrez et al., 2005; James et al., 2012) che EWB (Lavigne et al., 2013; Işık e Üzbe, 2015) come indicato anche in letteratura. In particolare, lo studio ha evidenziato un’associazione più forte tra resilienza e benessere edonico rispetto all’EWB in quanto la resilienza è considerata la capacità degli individui di affrontare e superare le avversità in modo adattivo (Campbell-Sills e Stein, 2007) e di aumentare la soddisfazione della vita e il PA. Lo studio ha anche rivelato un’associazione tra la resilienza e l’EWB, indicando il ruolo della resilienza in relazione al benessere rispetto anche al significato della vita (Morgan e Farsides, 2009) e all’autenticità (Wood et al., 2008).

I risultati dello studio mostrano effettivamente il ruolo della resilienza sia nell’edonismo che nell’EWB, tuttavia bisogna notare i limiti dello studio. La ricerca è stata ristretta ad un gruppo di studenti delle scuole superiori italiane di un sistema scolastico toscano che non erano rappresentativi degli studenti delle scuole superiori italiane in generale. Gli studi futuri dovrebbero quindi includere partecipanti più rappresentativi di tutti gli studenti delle scuole superiori italiane, così come di altre aree geografiche. Sarebbe anche utile per le ricerche future utilizzare campioni provenienti da altri contesti internazionali. Un ulteriore limite del presente studio è stato l’utilizzo della sola misura dell’intelligenza fluida. Per quanto riguarda la valutazione dell’intelligenza, gli studi futuri dovrebbero considerare anche altre scale di intelligenza. Un’opzione di ricerca futura potrebbe essere lo studio della resilienza in relazione ad altre variabili EWB come l’esperienza soggettiva dell’eudaimonia (Waterman et al., 2010), la realizzazione esistenziale (Längle et al., 2003) e il fiorire (Diener et al., 2010).

Se la ricerca futura conferma i risultati del presente studio, si potrebbero aprire opportunità di intervento. Poiché la resilienza è una caratteristica che può essere aumentata attraverso una formazione specifica (Peng et al., 2014; Zamirinejad et al., 2014), si potrebbero pianificare interventi per rafforzare la resilienza individuale in termini di prospettiva preventiva (Hage et al, 2007; Kenny e Hage, 2009; Steinmayr et al., 2011; Di Fabio e Saklofske, 2014; Christiansen et al., 2015; Di Fabio et al., in press) e una prospettiva di psicologia positiva (Seligman e Csikszentmihalyi, 2000; Seligman, 2002) per promuovere la soggettività e il PWB degli individui. Questo è particolarmente importante nell’adolescenza perché è un periodo critico nello sviluppo di un individuo (Call et al., 2002; Almquist et al., 2013). Concentrarsi sul benessere in adolescenza può anche promuovere la salute e il benessere in età adulta (Hoyt et al, 2012).

Dichiarazione di conflitto di interessi

Gli autori dichiarano che la ricerca è stata condotta in assenza di relazioni commerciali o finanziarie che possano essere interpretate come un potenziale conflitto di interessi.

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