Discussione
Questo caso si è presentato con una debolezza predominante del dito indice; l’ago EMG ha rivelato una debolezza centrale inequivocabile. Una risonanza magnetica ha dimostrato due colpi acuti, nella materia bianca subcorticale controlaterale e nel pomello precentrale, rispettivamente. Tuttavia, suggeriamo che quest’ultimo fosse responsabile dei sintomi, in quanto la manopola precentrale è associata all’area motoria della mano.4 Inoltre, è difficile concepire un meccanismo per cui una debolezza così selettiva possa essere causata da una lesione sottocorticale.
Studi precedenti hanno proposto una somatotopia M1 discreta per i movimenti delle singole dita, disposte con il pollice più laterale e il mignolo più mediale, come illustrato dal famoso omuncolo di Penfield.5 Tuttavia, studi più recenti, utilizzando sia la stimolazione corticale nelle scimmie che la risonanza magnetica funzionale negli esseri umani, hanno per lo più dimostrato una rappresentazione dispersa e sovrapposta su un’area M1 piuttosto ampia per i movimenti delle dita e della mano.
I pazienti con piccole lesioni corticali possono fornire ulteriori informazioni su questo tema. Diversi autori hanno riportato esempi che presentano una debolezza predominante di un particolare dito o gruppo di dita; la maggior parte ha presentato una debolezza predominante del pollice o del mignolo.1,2 Schieber ha sottolineato di non aver identificato nessun caso, né nella propria esperienza né nella letteratura, con la maggiore debolezza nell’indice, nel medio o nell’anulare, e con dita più forti su entrambi i lati.1 Ha anche affermato che in nessun caso una singola cifra era più debole di un’unità sulla scala MRC rispetto alle altre quattro dita. Le uniche eccezioni finora possono essere i due casi riportati da Kim2 e Kim et al,3 che mostrano la debolezza maggiore o isolata nel dito indice; ma la forza del dito indice era solo leggermente colpita (4/5) in entrambi i pazienti. Pertanto, mancano chiare prove di una somatotopia discreta per le singole dita, anche se è stato suggerito un gradiente lateromediale nella rappresentazione corticale per le dita dal lato radiale a quello ulnare.1,2
Il presente caso è unico nel presentare una debolezza prominente del dito indice (2/5), risparmiando il pollice e in gran parte risparmiando le dita sul lato ulnare. Un’altra caratteristica interessante è la chiara dissociazione tra la debolezza dei movimenti di estensione e di adduzione/abduzione (2/5) e la flessione quasi conservata (4/5 o 5/5) del dito indice. L’esperimento classico di Penfield5 indicava che certi punti corticali producevano, anche se raramente, un movimento isolato di un solo dito. Il presente risultato suggerisce che esiste un’area localizzata prevalentemente responsabile del movimento di un singolo dito, almeno per il dito indice, così come della direzione specifica del movimento.