Lucius Tarquinius Superbus (‘Tarquinio il superbo’) fu tradizionalmente il settimo e ultimo re dell’antica Roma prima che diventasse una repubblica. Apparteneva al clan etrusco dei Tarquinii, regnò dal 534 al 510 a.C. e fu famigerato per il suo governo tirannico, anche se Roma allargò il suo territorio in quel periodo. In seguito al suo esilio dopo l’infame stupro di Lucrezia da parte di suo figlio Sesto, si alleò con il re etrusco Lars Porsenna che assediò Roma intorno al 508 a.C. Porsenna non ripristinò Tarquinio sul trono, però, e l’ex re fuggì a Cuma, dove morì nel 495 a.C.
Accessione
Come per gran parte della storia antica di Roma, dove la leggenda sostituisce i fatti reali, la cronologia e gli eventi della vita di Lucio Tarquinio sono spesso confusi e inconciliabili. Alcune fonti antiche danno Lucio Tarquinio come figlio di Lucio Tarquinio Prisco, il quinto re di Roma (616-579 a.C.) che era originario della città etrusca di Tarquinia, circa 90 km a nord di Roma. Tuttavia, queste date non corrispondono, e quindi o sono sbagliate o Lucio Tarquinio Superbo era il nipote di Prisco.
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La moglie di Lucio Tarquinio Superbo era Tullia, la figlia minore di Servio Tullio, il sesto re di Roma. Insieme hanno organizzato, prima di uccidere il marito di Tullia, Arruns Tarquinius, e poi di assassinare il re, permettendo a Lucio Tarquinio di prendere il trono. Si dice che Tullia abbia investito il cadavere di suo padre sul suo carro, spargendo sangue su tutti i suoi vestiti (anche una donna che guidava un carro era impensabile per i romani, per non parlare della mancanza di rispetto familiare). Sempre secondo lo storico romano Livio, il nuovo re rimosse rapidamente tutti i senatori dissenzienti e si affermò come dittatore di Roma, modellando il suo regno sui tiranni greci di quel periodo. Tali descrizioni colorite da parte di un autore romano che scriveva cinque secoli dopo gli eventi sono probabilmente tinte di un pregiudizio desideroso di mostrare la differenza tra i virtuosi romani amanti della repubblica e i vili re stranieri provenienti dall’immorale Etruria.
Il regno di Tarquinio
Il primo regno di Lucio Tarquinio vide il re intraprendere una campagna di ambiziosa espansione, muovendo guerra contro Etruschi, Volci e Latini. Stabilì saldamente Roma a capo della Lega Latina, ora un’associazione più orientata al militare, e conquistò diverse città latine. La guerra fu accompagnata dalla diplomazia, e furono fatti trattati e alleanze con le città latine, in particolare con Tusculum, il cui sovrano Ottavio Mamilio sposò la figlia di Lucio Tarquinio. Nel 510 o 509 a.C. lo status di Roma come potenza importante fu confermato con la firma del suo primo trattato con Cartagine. Un altro risultato fu il completamento della costruzione del massiccio Tempio di Giove Capitolino a Roma, un progetto iniziato da Tarquinio Prisco e finito da scultori etruschi importati appositamente per il lavoro. Lucio Tarquinio aggiunse anche dei posti a sedere al Circo Massimo ed estese il sistema di drenaggio della Cloaca Maxima, anche se il suo uso del lavoro forzato della plebe suscitò un ampio malcontento tra la popolazione.
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Ratto di Lucrezia & Esilio
La fine del regno di Lucio Tarquinio, il clan dei Tarquiniani a Roma, e la stessa monarchia della prima Roma, tutto ebbe fine nell’ultimo decennio del VI secolo a.C. Come per ogni altra parte della vita del re, la leggenda della sua caduta è stata confusa e manipolata nel tempo e dagli scrittori romani successivi per dipingere una transizione idealizzata e simbolica dalla monarchia alla repubblica. La scintilla che incendiò le rovine del regno di Lucio Tarquinio fu lo stupro di Lucrezia. Lucrezia era la moglie di Lucio Tarquinio Collatino, pronipote di Tarquinio Prisco, e fu violentata con un coltello da Sesto, il figlio di Lucio Tarquinio Superbo. In seguito al disonore percepito di questa aggressione, si suicidò e divenne così per sempre un simbolo della castità matronale romana. Lucio Iuno Bruto (che sul posto fece un giuramento di vendetta per Lucrezia) e Lucio Tarquinio Collatino usarono la tragedia come catalizzatore per liberare Roma dal loro re tirannico, che in quel momento assediava Ardea, e così si imposero come primi consoli di Roma nel 509 a.C. Ancora una volta, la leggenda ritrae convenientemente gli etruschi come privi di classe e i romani come salvatori della virtù, ma, con ogni probabilità, l’intera storia copre una più mondana lotta dinastica per il potere tra la casa reale e l’alta aristocrazia che erano entrambe, forse in modo scomodo per i successivi scrittori romani, in gran parte di origine etrusca.
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Brutto fece presto un passo avanti e colse l’opportunità di eliminare l’intero clan dei Tarquiniani, compreso Collatino (questa versione sorvola sul fatto che Bruto era egli stesso nipote di Tarquinio Superbo). Questo lo ottenne con l’appoggio del popolo romano. Questi eventi leggendari furono ulteriormente abbelliti con l’uccisione da parte di Bruto di due figli di Collatino quando tentarono di restaurare il padre, aggiunte fatte per convenienza politica dopo l’assassinio di Giulio Cesare da parte del discendente di Bruto, Marco Iunio Bruto nel I secolo a.C. e fatte per mostrare che Bruto e gli Iunii Bruti non erano difensori irreprensibili degli ideali repubblicani. Tornando alla nostra storia, Roma era ora davvero una repubblica, ma Lucio Tarquinio Superbo non avrebbe rinunciato al suo trono così facilmente.
Lars Porsenna & Morte
Dopo il suo esilio da Roma, Lucio Tarquinio unì le forze con le città etrusche di Cerveteri, Tarquinia e Veii. Una forza attaccò Roma ma fu sconfitta nella battaglia di Silva Arsia. Imperterrito, Lucio Tarquinio convinse il re di Chiusi, Lars Porsenna, ad assediare Roma verso il 508 a.C. Tradizionalmente, questo secondo attacco è stato visto come un tentativo di ripristinare la monarchia di Roma e Lucio Tarquinio al trono, ma dopo l’assedio di Porsenna alla città, egli fece invece una delle due cose. Nella prima versione, Porsenna si ritira finalmente dopo essere stato impressionato dalla forza d’animo della città e parte per attaccare invece la città latina di Aricia, anche se senza successo. La seconda versione della storia, quella più credibile, vede Porsenna vittorioso e Roma che si arrende al re etrusco, il quale poi, lungi dal reinstallare Superbo, agisce per abolire la monarchia di Roma e poi usa la città come base per attaccare le città latine a cominciare da Aricia nel 504 a.C.
Superbo si rivelerà effettivamente l’ultimo re di Roma, e la Repubblica si avvia sulla sua strada verso la grandezza. Nel frattempo l’ex re fu costretto a rifugiarsi presso il genero Ottavio Mamilio, il dittatore dei Latini (secondo una versione della leggenda), che cercò, in modo piuttosto improbabile vista la lunga rivalità tra Roma e le città latine, di restaurare Lucio Tarquinio sul trono. Dopo la sconfitta di Mamilio nella battaglia del lago Regillo (499 o 496 a.C.) contro i romani aiutati da Castore e Polluce, Lucio Tarquinio si trasferì a Cuma in Campania dove fu ospitato dal tiranno Aristodemo fino alla sua morte nel 495 a.C.