I rischi di mischiare Suboxone e Ativan
Suboxone è una combinazione di buprenorfina e naloxone. Si tratta di un farmaco oppioide da prescrizione con proprietà narcotiche ma che è meno pericoloso degli oppioidi illeciti. Questo lo rende molto adatto come farmaco sostitutivo per gestire la dipendenza da oppioidi. D’altra parte, Ativan è una benzodiazepina usata per trattare l’ansia.
Come Suboxone è un oppioide stesso, può produrre euforia simile allo sballo da droga, causare dipendenza e dipendenza nei consumatori a lungo termine. C’è un rischio di interazione da moderato a maggiore quando il Suboxone è mescolato con Ativan a seconda del dosaggio.
Il miscelatore può sperimentare un aumento degli effetti collaterali dell’interazione farmacologica come:
- Dizziness
- Drowsiness,
- Confusion,
- Difficoltà di concentrazione
- Disturbo del pensiero
- Capacità di giudizio indotta dalla droga
- Perdita temporanea della coordinazione motoria
Miscelare il Suboxone con benzodiazepine come Ativan aumenta anche il rischio di depressione respiratoria potenzialmente letale, coma e persino morte per overdose.
L’effetto sinergico dell’Ativan con il Suboxone aumenta la sua potenza e mette l’utente ad un rischio maggiore di dipendenza dalla droga e di eventuale dipendenza. Inoltre, avendo sperimentato il brivido o lo sballo del mescolare le droghe, un utente può essere tentato da droghe illecite più forti che sono più facilmente disponibili.
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La riabilitazione per l’abuso di polidroghe si basa sulla premessa che la dipendenza è una compulsione “bio-comportamentale”. Poiché queste droghe funzionano attaccandosi ai recettori degli oppioidi del cervello, un ricablaggio del cervello si verifica con un abuso a lungo termine. L’obiettivo della riabilitazione è di invertire questi effetti sulla mente e sul corpo.
Il recupero inizia su due fronti e comincia con la disintossicazione. La disintossicazione rimuove le tossine accumulate che risultano dalla miscelazione del Suboxone con l’Ativan. Questo è il trattamento fisico. D’altra parte, la terapia cognitivo-comportamentale aiuta il tossicodipendente a recuperare sul fronte psicologico.