Thomas Andrews Jr, 39 anni, è nato a Ardara House, Comber, Irlanda del Nord, il 7 febbraio 1873, figlio del Right Hon. Thomas Andrews ed Eliza Pirrie; era anche nipote di Lord Pirrie, principale proprietario della Harland & Wolff (i costruttori del Titanic)
Nel 1884 Andrews entrò alla Royal Belfast Academical Institution, ma all’età di 16 anni lasciò la scuola ed entrò nella Harland & Wolff shipbuilders come apprendista premium, facendosi gradualmente strada attraverso vari reparti. Alla fine divenne l’amministratore delegato della H & W incaricato della progettazione e conosceva ogni dettaglio della costruzione delle navi dell’azienda. Nel 1901 Andrews divenne membro dell’Institution of Naval Architects, e il 24 giugno 1908 sposò Helen Reilly Barbour; due anni dopo nacque alla giovane coppia una figlia, Elizabeth, e vissero a “Dunallon”, 20 Windsor Avenue, Belfast.
Thomas Andrews si preoccupò di navigare con una squadra di meccanici sui viaggi inaugurali dell’Adriatic, dell’Oceanic e dell’Olympic per osservare il loro funzionamento e raccomandare miglioramenti alle future navi che sarebbero state costruite dalla sua azienda. Fu proprio per questo motivo che Andrews pianificò di imbarcarsi sul viaggio inaugurale del Titanic verso l’America, e il trentottenne dirigente lasciò la moglie e la figlia a Belfast mentre accompagnava la nave prima a Southampton e, successivamente, nella vasta distesa dell’Atlantico del Nord. Nella sua ultima lettera alla signora Andrews espresse la sua soddisfazione per la nuova nave:
“Il Titanic è ora quasi completo e penso che farà onore alla vecchia azienda domani quando salperemo”.
Andrews salì a bordo con un biglietto omaggio n. 112050.
In mare, Andrews aveva trascorso la maggior parte del viaggio a prendere appunti e ad assistere l’equipaggio con piccole difficoltà mentre prendeva confidenza con la nuova nave. Sempre un uomo popolare in questi viaggi, il capo panettiere Charles Joughin aveva persino preparato per Andrews una speciale pagnotta di pane.
La sera del 14 aprile, come al solito, il cameriere Henry Etches arrivò alle 6:45 per aiutare Andrews a vestirsi per la cena che solitamente prendeva con il dottor O’Loughlin, il chirurgo della nave. Dopo cena Andrews tornò nella sua cabina (A-36) per studiare i progetti e raccogliere le sue note. Andrews notò a malapena la collisione e non era a conoscenza di alcun problema fino a quando il capitano Smith inviò un messaggio che richiedeva la sua immediata presenza sul ponte.
In seguito, il Saloon Steward James Johnstone descrisse come vide Andrews e il capitano Smith visitare la parte anteriore della nave, visitarono la stanza della posta che si stava allagando e il campo da squash che si stava rapidamente riempiendo d’acqua. Tornato sul ponte, Andrews disse al capitano Smith che, visti i danni subiti dalla nave, non si aspettava che rimanesse a galla per più di due ore.
Durante le ultime ore del transatlantico, Andrews vagò per i ponti incoraggiando i passeggeri a indossare i loro salvagenti e a raggiungere le barche. Si dice che sia stato visto per l’ultima volta a fissare il vuoto vicino al quadro nella sala fumatori di prima classe, con il suo salvagente scartato.