Che cos’è il ritmo?
La parola ritmo deriva dal greco “rhythmos”, che significa movimento misurato. Sia il linguaggio parlato che quello scritto contengono schemi ritmici che aggiungono profondità e variazioni accentuando il significato dell’opera.
Anche se è una parte essenziale della poesia, il ritmo è una caratteristica spesso trascurata, ma non meno importante, della scrittura in prosa, compresi i generi creativo e saggistico. Pensate a un discorso entusiasmante o a un sermone. Ciò che rende quei racconti avvincenti in gran parte è la loro “musica”.
La capacità di usare correttamente il ritmo è una delle cose principali che fa risaltare uno scrittore. È un’abilità che viene innata ad alcune persone, ma può anche essere sviluppata in un lungo periodo di tempo attraverso la pratica. Leggere, sia ad alta voce che a se stessi, è uno dei modi migliori per sviluppare un senso del ritmo come scrittore.
Come si identifica il ritmo nella scrittura?
La psicodia è lo studio dei modelli ritmici nel linguaggio. Ci sono cinque metri principali, conosciuti anche come “piedi”:
- Si verifica quando l’accento si trova sulla seconda sillaba del piede metrico: “Becáuse I coúld not stóp for deáth,” inizia la poesia di Emily Dickinson.
- Trochees sono quando l’accento è sulla prima sillaba: “Í can’t stóp this féeling, déep insíde of mé”, canta il gruppo Blue Suede.
- Una spondee ha due sillabe sottolineate in fila: “Bréak, bréak, bréak/On thy cóld gréy stónes, Óh Sea! Entrambi i versi di questa poesia di Alfred Tennyson contengono sponde.
- Un dattilo è composto da tre sillabe, la prima sottolineata e le seconde due non sottolineate: “Glórious dáy of the greátest feast” è una frase che contiene due dattili in fila.
- Gli anapesti sono il contrario dei dattili. Le prime due sillabe non sono sottolineate, e l’ultima è sottolineata: “In the wáy that he nóticed, we knéw we were lóst.”
Mentre il verso libero e la prosa determinano i propri modelli ritmici, combinazioni di questi cinque metri sono usati in diverse forme poetiche. Un sonetto, per esempio, è composto da pentametro giambico. Ciò significa che ogni riga contiene cinque piedi metrici, per un totale di 10 sillabe, con l’accento sulla seconda sillaba.
Alcune variazioni nel metro sono ammissibili, e alcune sono anche convenzionali. L’aggiunta di un’undicesima sillaba al verso di un sonetto è un esempio di una variazione accettata e spesso usata. Quando un poeta altera un metro stabilito, come fece in particolare Shakespeare, è un segnale per il lettore di prestare molta attenzione per un cambiamento di significato o di enfasi.
Altri esempi di ritmo
Esempi di ritmo 1. Il famoso sonetto #130 di Shakespeare illustra il metro giambico:
Gli occhi della mia amante non sono niente come il sole,
Il corallo è molto più rosso, che le sue labbra rosse,
Se la neve è bianca, allora i suoi seni sono scuri:
Se i capelli sono fili, sulla sua testa crescono fili neri:
Ho visto rose damascate, rosse e bianche,
ma non vedo tali rose nelle sue guance,
E in certi profumi c’è più piacere,
che nel respiro che emana la mia amante.
Mi piace sentirla parlare, ma so bene,
che la musica ha un suono molto più piacevole:
non ho mai visto una dea andare,
la mia amante quando cammina calpesta la terra.
Eppure per il cielo penso che il mio amore sia raro,
come quello che lei ha smentito con falsi paragoni.
Esempi di ritmo 2. L’inizio del poema di Henry Longfellow, La canzone di Hiawatha, è scritto in trochees:
Da dove vengono queste storie?
Da dove vengono queste leggende e tradizioni,
Con gli odori della foresta
Con la rugiada e l’umidità dei prati,
Con il fumo che si arriccia nelle wigwams,
Con lo scrosciare dei grandi fiumi,
Con le loro frequenti ripetizioni,
e il loro selvaggio riverbero
come un tuono sulle montagne?
Esempi di ritmo 3. Le prime due strofe di “Broom Sage”, di Sara Kendrick, contengono un certo numero di sponde – il titolo stesso è una sponda:
“Broom Sage”
Quando ero giovane la salvia della ginestra cresceva così alta
Si ergeva sopra di me, mi faceva il solletico
Lì davanti a mamma che raccoglieva
Raccoglieva la salvia che bastava per la scopa
Salvia scopa per pulire il focolare dai detriti
Un focolare lavato di bianco con il caolino della Georgia
Niente che coprisse i mattoni sporchi e neri di fuliggine
In estate anche l’interno era lavato di bianco
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