Feb 18, 2020 – 4 min read

Probabilmente hai già sentito questa antica favola indiana. Sei uomini ciechi toccano diverse parti di un elefante e giungono a conclusioni completamente diverse su cosa sia un elefante.

La gente generalmente usa questa storia per mettere in guardia dal rivendicare un’autorità assoluta su un argomento basato sull’esperienza soggettiva. Questo va benissimo, tranne quando la usano per contestare l’accuratezza della conoscenza scientifica e dire: “Gli scienziati sono ciechi! Non conoscono la vera forma dell’elefante!

Questi critici hanno in parte ragione ma soprattutto torto.

Sebbene la scienza non abbia le risposte a tutto e probabilmente non le avrà mai, questa favola dell’elefante non regge nelle critiche alla scienza. Un semplice fatto la butta giù come una linguina floscia.

Ma prima di arrivare a questo, leggete l’accattivante versione di John Godfrey Saxe di Blind Men and the Elephant:

Erano sei uomini di Indostan,
all’apprendimento molto inclini,
che andarono a vedere l’elefante
(anche se erano tutti ciechi),
affinché ognuno, osservando
, potesse soddisfare la sua mente.

Il primo si avvicinò all’elefante,
e cadendo
contro il suo lato largo e robusto,
iniziò subito a strillare:
“Dio mi benedica! ma l’elefante
è molto simile a un muro!”

Il secondo, sentendo la zanna,
gridò:
“Ho! cosa abbiamo qui
così rotondo e liscio e tagliente?
Per me è molto chiaro,
questa meraviglia di un elefante
è molto simile a una lancia!”

Il terzo si avvicinò all’animale,
e prendendo
la proboscide che si contorceva tra le mani,
si alzò coraggiosamente e parlò:
“Vedo,” – disse- “che l’elefante
è molto simile a un serpente!”

Il quarto allungò una mano ansiosa,
e tastò il ginocchio:
“A cosa assomiglia di più questa bestia meravigliosa
è molto chiaro,” – disse,-
“è abbastanza chiaro che l’elefante
è molto simile a un albero!”

Il quinto, che per caso toccò l’orecchio,
disse: “Anche il più cieco degli uomini
può dire a che cosa assomiglia di più;
non sia chi può,
questa meraviglia di un elefante
è molto simile a un ventaglio!”

Il Sesto non appena aveva cominciato
a brancolare intorno alla bestia,
allora, afferrando la coda oscillante
che gli cadeva a tiro,
“Vedo,” -diceva,- “che l’Elefante
è molto simile a una corda!”
E così questi uomini di Indostan
Discutevano forte e a lungo,
Ognuno a suo parere
Esageratamente rigido e forte,
Anche se ognuno era in parte nel giusto,
e tutti erano nel torto!

MORALE,

Così, spesso, nelle guerre teologiche
I disputanti, credo,
Railano nella totale ignoranza
di ciò che l’altro intende;
e blaterano di un elefante
che nessuno di loro ha visto!

Dio questa poesia è così orecchiabile! Ma torniamo alla filosofia. Cosa c’è di sbagliato in questo come critica della conoscenza scientifica?

È semplice. Nella scienza, tutti questi ciechi parlano tra loro! Discutono le loro osservazioni individuali e cercano di giungere ad una conclusione unitaria.

“Dici che è come una corda?” chiede un cieco. “Perché?”

“Vieni qui e sentila”, risponde l’altro.

“Ahhh, capisco che sembra una corda. Ma vieni qui e capirai perché dico che è come una lancia!”

La scienza non prenderebbe sul serio nessuno degli uomini ciechi originali perché la scienza non considera una singola opinione come un fatto scientifico. Sono solo ipotesi non testate.

Se questa favola si rivolgesse veramente alla scienza, ognuno dei ciechi girerebbe intorno all’elefante, sentirebbe ciò che gli altri hanno sentito e poi accetterebbe, rifiuterebbe, o discuterebbe i meriti di ogni punto fino a che alla fine riuscissero ad abbozzare una rappresentazione realistica di un elefante. O qualcosa che ci si avvicina.

Poi porterebbero altri uomini ciechi – non chiedetemi da dove prendono tutti questi ciechi – e gli farebbero fare la stessa prova. Vedevano a quale conclusione arrivavano i nuovi, la confrontavano con quella vecchia e discutevano le somiglianze e le differenze. E così via.

Alla fine, ci sarebbero centinaia, se non migliaia, di ciechi che controllano i risultati di questo povero elefante accarezzato.

Quindi la prossima volta che qualcuno cerca di contestare la conoscenza scientifica con la favola degli uomini ciechi e dell’elefante, ricordate: nella scienza, questi uomini ciechi parlano tra di loro e discutono le loro scoperte fino a raggiungere una conclusione unificata!

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